di Luisa Foddai
Dimmi uomo
Dimmi uomo…
quanto male ti fece il mondo?
Vidi un mattino di maggio
porger scarlatto saluto a una
scuola
grondando ricami di fuoco
intessuti di sangue,
marchiare carne innocente.
Un cielo rosa, giovane e lieve
urlare impietrito con orecchi
offesi
e assordati da bombe assassine!
Vidi bimbo con occhi di cielo
ancor caldi di sogni innocenti,
pelle di talco e bocca di latte
ripulita da livida alba di neve,
cullato da teveriane gelide acque,
morire anzitempo per mano
di chi vita gli diede!
Vidi donna gemere affranta
in fidati giacigli con occhi
larghi di orrore affacciati su
sprazzi di amori fraintesi e
bugiardi!
Vidi teneri corpi violati da orchi
di casa
incisi di mute ferite, gridar
ovattato dolore
al cospetto di mura chiuse e silenti.
E atterrita vidi l’uomo misero
tornar!
Imbevuto d’orgoglio supponente
indossare
vesti d’odio elargendo a piene mani
i semi neri trasudati da quegli
orli
in coppe vuote e disperate
alzate al cielo dagli stessi suoi
fratelli!
Ed infine oh dolce Dio,
vidi anche il Tuo nome proclamato
e smembrato a coprir martiri folli
e sentenze di legal morte
travestite di giustizia,
a rompere sigilli
di divine onnipotenze!
Ma tu dimmi ora o uomo…
quanto male ti fece il mondo?
E sull’ultimo ritaglio
dell’agonia lenta del meriggio,
mesta e silenziosa,
avvinta a speme prepotente
che morir non vuole bussando
ancor forte alla mia porta,
attendo appesa a un morente
fil di luce sulla sera
vital risposta!
Mentre il cuor mio stordito
e inerme in lacerante
riflessione in verità già sa,
che sceglier non saprà
per chi provar
più compassione!
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