Blog sulle antologie di poesia in formato ebook: gli Autori sono invitati a presentare le proprie poesie

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lunedì 5 agosto 2013

Quando piange una madre è Dio a piangere (di Genoveffa Genni Morganella)


di Genoveffa Genni Morganella

Quando piange una madre
è Dio a piangere!


Ci sono madri che non piangono mai,
consumato è il loro grido
tra quattro mura di fuliggine
ove nessuno vede.
Ove nessuno sente
le voci dei fantasmi
negli occhi di un bambino
che non ha più ricordi del sole
e tremano sulla guancia violacea 
che non osano sfiorare
quelle dita sottili 
come fili d'erba irrequieti di sangue e vento.
Ma lei sempre gli sorrideva
e mai smarriva le note
della sua ninna nanna 
nelle notti di veglia senza luna.
Ricuciva gli strappi ai vestiti
a ricoprire i seni ancora maturi di latte
senza un lamento,
chiudendo gli occhi e le braccia 
a quell'ombra maestosa
contro la sua fragile carne.

Ci sono madri che non piangono mai!

Dimmi uomo (di Luisa Foddai)


di Luisa Foddai

Dimmi uomo

Dimmi uomo…
quanto male ti fece il mondo?
Vidi un mattino di maggio
porger scarlatto saluto a una scuola
grondando ricami di fuoco
intessuti di sangue,
marchiare carne  innocente.
Un cielo rosa, giovane e lieve
urlare impietrito con orecchi offesi
e assordati da bombe assassine!
Vidi bimbo con occhi di cielo
ancor caldi di sogni innocenti,
pelle di talco e bocca di latte
ripulita da livida alba di neve,
cullato da teveriane gelide acque,
morire anzitempo per mano
di chi vita gli diede!
Vidi donna gemere affranta
in fidati giacigli con occhi
larghi di orrore affacciati su
sprazzi di amori fraintesi e bugiardi!
Vidi teneri corpi violati da orchi di casa
incisi di mute ferite, gridar ovattato dolore
al cospetto di  mura chiuse e silenti.
E atterrita vidi l’uomo misero tornar!
Imbevuto d’orgoglio supponente indossare
vesti d’odio elargendo a piene mani
i semi neri trasudati da quegli orli
in coppe vuote e disperate
alzate al cielo dagli stessi suoi fratelli!
Ed infine oh dolce Dio,
vidi anche il Tuo nome proclamato
e smembrato a coprir martiri folli
e sentenze di legal morte
travestite di giustizia,
a rompere sigilli
di divine onnipotenze!
Ma tu dimmi ora o uomo…
quanto male ti fece il mondo?
E sull’ultimo ritaglio
dell’agonia lenta del meriggio,
mesta e silenziosa,
avvinta a speme prepotente
che morir non vuole bussando
ancor forte alla mia porta,
attendo appesa a un morente
fil di luce sulla sera
vital risposta!
Mentre il cuor mio stordito
e inerme in lacerante
riflessione in verità già sa,
che sceglier non saprà
per chi provar

più compassione!

Giovane follia omicida (di Grazio Pellegrino, il poeta della penna verde)


di Pellegrino Grazio

Giovane follia omicida

Sedotto dalla tua follia
scatenata rabbia...
dove...corpo e mente...
non più tuoi...
malattia della tua...mente...
dove il dolore...sa di piacere...
vita...palude...
assurdo il tuo gesto...
che silenziosamente...
ti ha portato...
nel suo falso...viaggio...
cercato negli abissi...
di un amore finito...
dove...tu...non eri più...
padrone...
tua l'inquietudine...
della tua follia...
lei ha bruciato...
la tua intelligenza...
lei che ha vissuto...
il tuo tempo...
cosciente in lei...
ti sei perso...
lei...la sola padrona...
della tua...mente...
lei...che ha ucciso...

il tuo angelo.