Blog sulle antologie di poesia in formato ebook: gli Autori sono invitati a presentare le proprie poesie

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venerdì 26 luglio 2013

Attenderò (di Rosalba De Iudicibus)


di Rosalba De Iudicibus

Attenderò

Attenderò giorni migliori
ed il tempo, 
che lenisca i dolori 
di questi lividi
vissuti e taciuti,
di questi muri
innalzati e ciechi...


Chiuderò gli occhi
e abbraccerò me stessa, 
per farmi forza, 
per darmi coraggio 
alla ricerca 
di antichi sapori,
spogliandomi della solitudine
dei logorii interiori!


Finiranno
le spalle contro il muro,
mentre lui picchia forte,
mentre lui picchia duro…
a parare il volto,
a chiudere gli occhi
e stringere i denti…
e la paura ai suoi attacchi d'ira, 
violenti...


Attenderò tempi migliori,
attenderò domani...
e poi
ancora domani...
ma gli spigoli delle porte,
un tempo spalancate 
a sogni e speranze
lasciano impresse 
troppe tracce
tra la pelle e l'anima,
per essere credibili!



Marchiata a fuoco
in questa mie esistenza
difenderò me stessa...
dicevo! 
E attendevo tempi migliori...

Solitudine (di Melina Licata)


di Melina Licata

Solitudine

Scandisce il tempo tutte le ore
respiri inerte
la tua solitudine.

Un ticchettio maledetto
continua senza sosta
i minuti diventano
un nodo
che stringe fortemente
il tuo stanco cuore.

Ormai
è roccia erosa la tua vita
consumata lentamente dagli anni
da un mare silenzioso
e dall'andirivieni di onde
sospinte dal vento
nella riva dell'indifferenza.

Ormai
roccia erosa
che si sgretola pian piano
senza una mano amica
senza sostegno.

Stanco
appoggi il tuo capo
aspetti.

Forse un raggio di sole
ti accarezzerà domani
forse
asciugherà
la tua fragile anima
abbracciandola
con un caldo e dolce sorriso
perché tu possa non sentirti più


un uomo solo.

Amore senza identità (di Katia Musu)


di Katia Musu

Amore senza Identità

Silenzio inverosimile
avvertiva nello strepito
del suo abbraccio
possente nell'apparente
figura d'uomo
profondamente dolce
nel suo essere
interiormente donna.


Delicata la sua mano
le sinuose forme femminee
dell'amata lambiva
con estrema premura
avendo gran cura
della sua natura
sentita simile alla sua.


Sofferente strideva urlava
stretta incatenata
nella sua stazza
talvolta odiata
e
ripudiata.


Maschio in cuor 
di femmina
strepitava con ardore
al tocco del suo corpo.
Amabile veemenza
la sua carezza
nel sfiorar i suoi seni
insito in lui il forte 
desiderio di possederli.


Nell'esplorar il suo sesso
era uomo col suo vezzo
forte ebbro
brividi
sulla pelle
mentre il suo sesso
di piacer esplodeva.


D'altro canto
desiderava esser amata
e dominata:
situazione vissuta
a lui piaciuta.


Lei capì
non rabbrividì
acconsentì
una verità
parte di una realtà
che col cuor cieco d'amor
accettava priva 
di esitazione:
Amava col cuor
ambedue le sue nature:
un uomo
in una donna
una donna
nell'uomo.


La sua
straordinaria
anima amava
priva di sesso
rappresentato 
solo su carta
che col nome
d'uomo
lo identificava.


Anime libere nel volo
il loro sogno d'amor
condividevano lontane
da ogni ragione
impregnata di malsano
pregiudizio…
violenta
ingrata
la bellezza
dell'ambito
sodalizio.



Desiderava petali di luce (di Lorena Centofanti)


di Lorena Centofanti

Desiderava petali di luce



Desiderava petali di luce
che si librassero, lievi
su quella pelle livida
a profumarne i resti
tra fiotti di sangue sparso
che ne imbrattavano il corpo, riverso
solcandone attimi intrisi di dolore
in cui Dio perse il suo cuore.
Solo tracce di vita resa a morsi
nella crudeltà degli efferati gesti 
che i carnefici s'ostinano a chiamare "Amore"
quando riga il volto e uccide il Sole.

Tempi migliori (di Salvina Di Stefano)



di Salvina Di Stefano

Tempi migliori

Tempi migliori dovranno arrivare,
tieni duro!
Non smettere di sperare...


Oggi il sole si è spento
lunga è la notte
doloroso è il tormento...



Il mondo sta male,
la paura è reale
che i tempi migliori non siano puntuali?

Viandanti (di Matilde Mistral)


di Matilde Mistral

Viandanti


Le foglie gialle a strati lungo i lati
della strada, marciscono.
Macerano distratte
dalla pioggia e da una notte
che non le turba.
Sembrano larghe fette
di pane dentro al vino
se guardo da lontano
lungo quel viale teso
ma se attraverso zuppa
quella distesa viva che si lascia
andare per scordare
rivedo solamente 
dei figli che abbandonano
una genealogia
per inseguire il vento.

lunedì 22 luglio 2013

Il tuo assassino (di Maria Teresa Tedde)


di Maria Teresa Tedde

Il tuo assassino


Lo guardavi negli occhi rosso sangue
il tuo assassino vestito di tempesta.
Cercavi di capire i suoi fantasmi
fra pupille sbarrate in buio della notte.
Innocente anima di perla
che non sa vedere le ombre.
Il tuo corpo violato
ha lanciato saette di dolore
nel vuoto di un cuore nato spento.
Brividi di orrore fuggiasco
han circondato il bosco
voci di Ave Maria
sospese su nel sole.
Sbocciata appena in terra di viole
minuetti leggeri danzavi nella vita.
Hai stretto quella mano
fredda e immersa di follia.
Odorava di bianco pungente
il gelsomino stanco.
Il tuo corpo macchiato di rosso.
In occhi di bestia cieca di marmo
furore schiumoso addosso cucito.
Nel vento che soffia primavere di te
onde di acerbo amore stampate su prati.
Cuore sepolto in voragini stagnanti
voci acute, singhiozzi di terrore.
Sperma asciugato al vento
morto di vita infranta
ai piedi di una pianta.

martedì 16 luglio 2013

Stalkers (di Michela Ruggiero)


di Michela Ruggiero

Stalkers


Zecche

in suzione

d'altrui anime

bevono lacrime e sangue

sfamando 

col danno dell'altro

il loro bisogno di morte.

Come carogne si passano la preda.

Il prezzo è in tasca.




Stalkers!


(mercenari senza guerra)

Angeli (di Anna Collini)


di Anna Collini

Angeli

Giovani angeli
strappati dalla terra natia e
scaraventati sull'asfalto cocente.
Volti mascherati d'amore
corpi vestiti con abiti succinti
assorbono il sudore della paura.
Sono senza colpa
hanno creduto, hanno sperato
nel viaggio della vita.
Ali coperte da lividi e ferite
vorrebbero liberarsi
ma la palude di sangue
e' profonda.
Occhi muti e innocenti
guardano il cielo
in attesa dell'arcobaleno.


giovedì 11 luglio 2013

Bambina violata (di Monica Bianchetti)


di Monica Bianchetti

Bambina violata

La magica estate portava il sogno
di una città d’acqua dai mille passi.
Volavi sui tetti tra il sole e il vento
le ali di carta, il cuore di burro.
I bimbi non scordano tesori sperati,
neve che cade e mari in tempesta.
Ti hanno violata,
ma tu serbi nel cuore
l’innocenza fanciulla.
Vai, bambina volante,
volteggia leggera.
Scendi e sali
come foglia e respiro.
Figlia del domani, vola,
vola, bambina volante.
La donna di domani scorderà,
avrà ali d’angelo, pensieri buoni
e bambini volanti.

Una domanda (di Daniela Sommella)


di Daniela Sommella 

Una domanda

Tremano gli ingranaggi
del pianeta
chiedendo tregua
ma
la stoltezza umana
a grandi morsi
ha divorato il pane.

Ora
maschere ebbre
danzano festanti
e il pubblico pagante
applaude inorgoglito...
risate a denti finti
protesi di sorrisi
spingono al patibolo
legalità e rispetto
porgendo lame roventi
d'ignoranza e di volgarità!
Su tavole imbandite
i più sazi eruttano promesse
e brindano, turpiloquiando,
vessilli di rinascita
strozzando la natura
della parola 'pace'...

Tra ritmi urbani
sconsacrati 
terrazze illuminate
toccano le nuvole impazzite
e il suolo vibra
la sua disperazione...
In un cortile spento
rotola una palla e la sua ombra...

"chi penserà al futuro???"



Giardini violati (di Silvana Giordano)


di Silvana Giordano

Giardini violati

Lenzuola sdrucite la sua pelle,
consumata da corpi di passaggio.
Terra arida la sua carne,
cosparsa di seme di disamore.
Culla nuda la sua bocca,
spogliata da troppe parole.
Finestre chiuse i suoi occhi,
giardini violati.


Crudele danza (di Grazia Tagliente)


di Grazia Tagliente

Crudele danza

Ho sognato sempre di te lunga distanza
mentre ballavo mesta crudele danza,
mi giuravi amore allo spuntar del sole
ma corpo battevi a ogni levar di luna,
placar dovevi un’irrefrenabile follia
finché rivoli di sangue sputa ora il cuore
che lento il suo batter qui abbandona.
Tutto di me hai violato e percosso
ogni respiro hai domato e risolto,
esplosione di nenia nell'aria s’effonde
mille stelle singhiozzan nella notte fonda,
alla morte dei miei sogni d’innocenza
solo alberi sfrondati da tanta sofferenza
e senza speranza il verde perde baldanza.
Troppo sangue sul pavimento scorre
tutto s’intinge di ciliegia rosso scuro
perfino la parete n’è rimasta imperlata
mentre la mente m’ha ormai abbandonata.
Così quest’azzurro senza confine e vento
più coglie i miei sguardi di tormento
e tra un profondo silenzio che solo a me parla
la morte cerca dimora per ringraziarla.
Come vorrei scordare questo mio supplizio
ora che tra spazi privi di oltraggi e sevizie
sto per aprir finestre a nuovo cielo
per poter vivere un’eterna vita
priva delle tue percosse infinite.
E potesse il mio martirio sì cruento
frantumare d’altre donne muri di scontento,
ad occhi chiusi e cuore aperto ho sin qui peccato
perché sempre te ho amato … ed ancora t’amo errando …
ora che inferno sto attraversando,
potrò mai afferrare così il paradiso un dì?


Umanità (di Rosy Pozzi)


di Rosy Pozzi

Umanità

Il caldo d’inverno
Fra mani protratte
Fra mamme bambine
Fra bimbi ammassati
Fra padri isolati
Fra affetti negati
Fra studi mancati
Fra non occupati
Fra pianti silenti
bisognosi di tutto
Ma… fra visi felici
Fra dolci sorrisi
Fra teneri sguardi
…Attendendo…
…Attendendo…
   Attendendo
La mano di chi
Sottrarsi non sa…
Per un cuore che soffre
C’è un cuore che dà…
Ma non per pietà
Ma per il valore,
Ma per il volere
E  il nostro dovere
Dell’Umanità….
Finché si potrà!

Kenya - febbraio 2012

'O paese mio (di Biagio Merlino)


di Biagio Merlino

'O paese mio

Dint' 'o paese mio,
stà n'ombra scura,
ca nott' 'e ghiuorne
nun se fa vedè!

Accatta e venne 
sulo c' 'a paura,
e 'e tutt' 'o rieste,
nun ne vo sapè!

E trase dint' 'e viche
e tutt' 'e ccase,
e quanne vene
nun se po parlà:

e si nun vuò capì,
le vene a naso,
e nun ce stanno
sante 'pe prià!

Chistu paese mio
l'hanno vennuto,
'pe quatte sorde
e tanta n'famità;

e mo ca tutt' 'e stelle
so cadute;
rimmane 'o chianto
e chi vo faticà!

O sole è vivo
e nun s'arrenne maje
chianto surgivo
frutto tu darraje

vasule 'nterra
'o ffuoco sta durmenne
abbrucia e scanna
'e nfamità sutterra



Il mio paese

Dentro il mio paese,
c'è un'ombra scura,
che notte e giorno
non si fa vedere!

Compra e vende
solo con la paura,
e di tutto il resto,
non ne vuole sapere!

Entra in tutti i vicoli
e in tutte le case,
e quando viene
non si può parlare:

e se non vuoi capire,
gli viene al naso,(Alle orecchie)
e non ci sono 
santi per pregare!

Questo paese mio
lo hanno venduto,
per quattro soldi
e tanta infamità:

e adesso che tutte
le stelle sono cadute;
rimane il pianto
di chi vuole lavorare!

Ma il sole è vivo,
non s'arrende mai.
Pianto sorgivo,
frutti tu darai

piantali in terra
il fuoco sta dormendo,
brucia e scanna
e infamità sotterra!


Anima ferita (di Grazia Tarascio)


di Grazia Tarascio

Anima ferita

Al canto 
di tua anima ferita
non aggiungo
che amore
intrecciandolo
al mio essere nessuno.
Volto che ti porge la mano
dentro occhi finiti
in uno schermo,
dove clicco parole,
che con un mouse
rispondono a parole 
amate, 
amanti sulla tastiera
senza veli.
Anima ferita,
non sono nessuno
forse 
sono qualcuno
che ti passa accanto
che ti vive dentro
per abitare nel tuo dolore
senza chiedere nulla
in cambio,
se non uno smile
da cliccare
per dire
ci sono...
Una tastiera di una personal
la bellezza di un nessuno
che porge mano 
ad anima ferita
ad ascoltar dolore
senza chiedere nulla...
Dietro una tastiera
c'è un mondo 
di parole,
distratte, 
insensate, 
impazzite
ma anche un mondo 
d'amore...
Basta trovarlo…
Senza chiave d'accesso
e sulle tue corde...
Basta un clik...


mercoledì 10 luglio 2013

Nuovo tormento del lamento insistente (di Rosalba Di Vona)


di Rosalba Di Vona

Nuovo tormento dal lamento insistente

Nuovo tormento dal lamento insistente
Lama infuocata e ritorta
Nella dura corteccia del tempo ormai andato
Dolore intriso di violenza latente
Lemmi sconosciuti ma di durezza vestiti
Lessico oscuro beffardo e risoluto
Oh Spirito Alato etereo suono d’amore ammantato
Armonia di verbi per cuori scoraggiati
Inneggianti al Dio che hanno perduto
Dà voce all’umano tormento
Scova la viscida serpe nascosta negli anfratti
Schiaccia la sua testa prima
Che il mortale veleno entri nella viva carne
Conduci l’anima smarrita
In quel sentiero di luce vestito
Sazia di bagliori il suo spirito ancora giovane
Mostragli la valle fiorita e cangiante
Cancella la rabbia che acceca il suo sguardo
Digli che la forza dell’amore innalza
Fortifica e non distrugge
Frena la rabbia che sinuosa
Lo pervade ingannato da quei demoni
Inneggianti al sangue versato
Regalagli il sorriso perduto
Che gli eventi hanno rubato
E se troverà melenso il tuo verbo
Insisti con forza sapendolo un figlio.


Bardo (di Giusy Grasso)


di Giusy Grasso

Bardo

Ore annegate,
disperse nel sale.
Cuori assopiti
nel ventre del mare.
Piange un bambino
che bimbo non è,
destato dal suono
dell'assenza di sé.
Accorre la luna
al suo nobile pianto
e il vuoto di luce
svanisce d'incanto.
- Anima bella,
rapita dal mare
torna a dormire,
torna a sognare.

(dedicata alle vittime del disastro all'isola del Giglio)