Emanuela Carniti
A mia madre
In
carcere anch'io con te Madre
senza
chiavi d'evasione
e la
paura fa cornice al giorno.
Nei
perfetti giardini del “PINI”
un'errabonda
confusione di
corpi
e pensieri, storie e parole
saliva
al cielo
preghiera
infinita.
E là
nell'enorme
cattedrale
aspettavamo
Dio.
Ma
vedi, sto seduta
adesso
a un
tavolo diverso
non
temo più le folle urla.
Ho
bevuto solitudine e strazio
ma le
vivo come allora.
Fammi
allora un dono Madre:
suona una volta ancora
l'orfica
cetra e dimmi addio
come
benedizione.
Il
tuo ricordo taglierò allora a strisce
a
ornare un grembo avverso
di
multicolori stelle filanti.
Ed è di nuovo Carnevale!
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