di Anna Maria Virgillito
Ti lascio lì
Ti lascio lì ad
ascoltare il silenzio
dopo il rumore di
un memorabile giorno,
dove le luci
della prima alba
hanno deciso di
riscaldare i miei sensi.
Ti lascio lì dove
ti lasciano i miei ricordi
e ciò che rimane
di una mente stanca.
Ti lascio lì ad
aggrovigliare quel filo poco pregiato
con il quale hai
intessuto la fitta trama
di una
sconosciuta tela.
Ti lascio lì dove
il vicolo è cieco e dove la rondine,
a dir tuo, è un
aeroplano.
Ti lascio lì,
in quel posto che
io non ho scelto per te
in un'isola che
non è un oasi
e dove la
menzogna alimenta, ad esalare l'ultimo respiro
di colore, i
fiori più belli mai esistiti.
Ti lascio lì e
lascio me
in una capanna,
dove il calore di
una piccola fiamma
ancora mi
conforta,
dove il silenzio
non procura più inquietudine
e la mano sincera
mi riscalda e rassicura,
dove le parole
non vogliono più essere udite,
dove la calma e
la serenità
fanno a pugni con
i segni lasciati di un tempo
poco onesto e
gentile,
per dare inizio a
una meravigliosa opera.
Mi lascio lì dove
i fiori crescono sul cemento,
perché figli di
un amore così grande.
Mi lascio lì,
dove i fogli
bianchi si riempiono e dove
gli unici soprammobili
si chiamano penne,
dove le mura si
colorano di sogni,
dove la rondine
se passa,
è solo e
nient'altro… che una meravigliosa rondine.
Mi lascio lì a
guardare oltre le mura di cinta,
tra fantasia e
realtà e aspetto
di veder volare
quei fogli non più bianchi
colorati
finalmente di vita.