di Lilly
Arcudi
Nei giardini dei fiori tristi
Mi fermo nei giardini dei fiori tristi
di quel mondo condannato matto
che a dir di alcuni stolti
essere un covo inadatto
di malati vuoti emarginati.
di quel mondo condannato matto
che a dir di alcuni stolti
essere un covo inadatto
di malati vuoti emarginati.
Profumo d'infanzia m'ammanta
semplici, giusti, sinceri
i loro gesti,
timidi intelligenti scrutano
i loro occhi.
semplici, giusti, sinceri
i loro gesti,
timidi intelligenti scrutano
i loro occhi.
Una musica si eleva dolce ma sofferente
di voci amiche lese
fragili e indifese
a cantarsi impaurite
nelle chiuse segrete.
di voci amiche lese
fragili e indifese
a cantarsi impaurite
nelle chiuse segrete.
Sono fiori dai petali sciupati
belli dentro e profumati,
dal mondo incapace ad osservare e abietto recisi
spegnendo loro felicità e sorrisi.
belli dentro e profumati,
dal mondo incapace ad osservare e abietto recisi
spegnendo loro felicità e sorrisi.
Tristezza m'offusca e di bontà vestita
annaffio loro l'anima con sorgente di vita
asciugo stille sui petali con amore e calore
dono il mio affetto stringendo al mio il loro cuore.
annaffio loro l'anima con sorgente di vita
asciugo stille sui petali con amore e calore
dono il mio affetto stringendo al mio il loro cuore.
Pare di vederli questi fiori condannati ad essere emarginati dal giardino della vita "normale", ora per fortuna questi luoghi non esistono... ma resta una emarginazione sociale che addolora, la pietas e la comprensione per questa condizione sono carenze della nostra società tesa spesso all'indifferenza... complimenti all'autrice per la sensibilità e la delicatezza dei versi a loro dedicati.
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