di Concetta
Galibardi
Sporche carezze
C'erano un bambino
ed il suo aquilone,
il suo mondo fatato,
giochi e colori.
Il suo cuore,
la sua mente,
il suo spirito,
tutto del bambino sa di buono,
tutto per il bambino è così buono,
buono,
come il mondo che egli vede.
Corre, salta, gioca,
si prepara a spiegare le sue ali
e volare alla vita
e... confida in te.
Ma un tonfo, il buio,
vien meno il respiro,
svanisce il sapore di buono,
scolora il mondo intero,
i suoi occhi si son spenti
e li hai spenti tu uomo.
Le tue sporche carezze
gli han spento il sorriso,
strappato il cuore,
svuotato l'anima,
rubato l'innocenza,
distrutto la speranza.
Le ali appena spiegate
gliele hai spezzate in volo
frantumato in mille pezzi
il suo nobile cuore.
Non sei un uomo, sei un assassino!
Uccidi l'anima del futuro,
sotterri l'innocenza dell'infanzia
e la speranza,
squarci, a lama di coltello,
tutti i sogni
appena appena accennati
nell'azzurro del suo splendido orizzonte.
A quel figlio non resta altro
che il luttuoso ricordo
della sua anima defunta.
Ti chiamano orco.
Ti chiamano mostro.
No... sei un maledetto assassino.
Uccidi l'anima del futuro,
sotterri l'innocenza dell'infanzia
e la speranza,
squarci, a lama di coltello,
tutti i sogni
appena appena accennati
nell'azzurro del suo splendido orizzonte.
A quel figlio non resta altro
che il luttuoso ricordo
della sua anima defunta.
Ti chiamano orco.
Ti chiamano mostro.
No... sei un maledetto assassino.
grazie di cuore Matteo....
RispondiEliminasei veramente brava complimenti. confesso che quando ti incontro provo ancora una certa emozione. complimenti ancora
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