di Tonino Bergera
Sonetto velato
Ciao, Alda.
Eccomi qui: con le mie rime,
la metrica
scandita senza posa
e il cuore in
mano assieme ad una rosa
zeppa di spine
intrise di concime.
Dagl’inferi terreni,
su alte cime
hai sospinto
parola sempre sposa
di verità
sofferta: dolorosa
messe di urla
protese nel sublime.
Ad ogni verso nel
tuo cuore intinto
germoglia un
fiore, tenero, che prende
a conciliare
l’anima e l’istinto.
Guardarti,
udirti, leggerti mi rende
semplicemente
affascinato, vinto:
e un velo agli
occhi, dolce, mi si stende.
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